Definizione
Il glaucoma è una malattia degenerativa che colpisce il nervo ottico e, se non diagnosticata in tempo o non adeguatamente curata, può causare danni gravi ed irreversibili alla vista; questa patologia, infatti, è tra le principali cause di cecità in Europa e nel mondo.
Ad oggi circa 76 milioni di persone ne sono affette e si stima un aumento a 112 milioni entro il 2040.
Con il termine glaucoma si intende un insieme di malattie oculari caratterizzate da un danno cronico e progressivo della testa del nervo ottico (papilla ottica) e dello strato di fibre nervose retiniche (Fig.1), con conseguente riduzione progressiva del campo visivo (Fig.2).
Negli stadi avanzati si arriva alla cosiddetta visione “tubulare” o “a cannocchiale”, con perdita della visione periferica (Fig.3).
Fig. 1 – Da sinistra a destra, rispettivamente, papilla ottica normale e glaucomatosa
Fig. 2 – Progressiva perdita di porzioni di campo visivo
Fig. 3 – Evoluzione del danneggiamento della visione
Classificazione e Sintomi
Fattori di rischio
- Pressione intraoculare elevata: rappresenta il principale fattore di rischio e l’unico ad oggi trattabile. Il tono oculare dovrebbe essere compresa tra 10 e 21 mmHg, benché questi valori non siano sempre garanzia di normalità. Esistono anche forme di glaucoma in cui la tensione oculare è normale e, viceversa, casi di ipertensione oculare innocua.
- Età: la prevalenza della malattia aumenta significativamente con l’età.
- Etnia: maggiore incidenza di glaucoma in soggetti di origine afro-caraibica.
- Familiarità: chi ha un parente di primo grado affetto da glaucoma, corre un rischio da 4 a 10 volte maggiore di sviluppare la malattia.
- Altri: miopia, diabete, fattori vascolari.
Diagnosi
Spesso la diagnosi si pone durante una visita oculistica effettuata per altri motivi.
È essenziale la misurazione della pressione oculare tramite tonometria, nonché la valutazione della papilla ottica attraverso l’esame del fondo oculare.
Fondamentale è lo studio del campo visivo, in grado di evidenziare i danni al nervo ottico.
Esistono inoltre esami specifici di secondo livello (OCT delle fibre nervose e dello strato di cellule ganglionari) che aiutano a diagnosticare la malattia nelle fasi iniziali, quando è sicuramente più controllabile e gestibile.
Un altro dato importante è lo spessore corneale, acquisito con la pachimetria, poiché i pazienti con cornea sottile hanno un maggior rischio di sviluppo e progressione della patologia glaucomatosa.
Tutti gli esami citati non sono invasivi, non provocano dolore e richiedono solo una minima collaborazione.
Terapia
La terapia varia a seconda del tipo di glaucoma.
Nel glaucoma ad angolo aperto la riduzione della pressione oculare rappresenta il caposaldo della cura. Questo obiettivo può essere raggiunto grazie a terapia medica, parachirurgica (laser) oppure con l’ausilio della chirurgia. Sarà il medico oculista a valutare, caso per caso, il miglior trattamento da intraprendere.
Nel caso invece del glaucoma da chiusura d’angolo ed in particolare dell’attacco acuto di glaucoma, questo rappresenta una vera e propria emergenza oculistica che richiede in primo luogo l’abbassamento del tono mediante l’uso di diuretici osmotici per via endovenosa e/o colliri ipotensivi, per poi procedere successivamente ad un’iridotomia laser e in alcuni casi alla rimozione chirurgica del cristallino.
Prevenzione
È importante ricordare che le aree del campo visivo perse a causa dei danni provocati al nervo ottico non possono essere recuperate.
La terapia ha funzione esclusivamente conservativa o preventiva nei confronti di un ulteriore danno della visione, evitando così la cecità. Pertanto la prevenzione del glaucoma rappresenta sicuramente il trattamento migliore, più efficace e al minor costo, per prevenire danni gravi e irreversibili della funzione visiva.
È assolutamente raccomandabile che tutte le persone a partire dai 40 anni in su si sottopongano ad una visita oculistica periodica, con una frequenza differente in relazione all’età e ai fattori di rischio.